L'Oréal incassa l'avanguardia green
Sostenibilità. Lo stabilimento di Settimo Torinese ha tagliato del 54% i consumi di acqua due anni prima dell’obiettivo di gruppo e ne ricicla più di 48mila metri cubi all’anno, pari a 100 piscine da 25 metri.
Le donne del Burkina Faso raccolgono, come da tradizione, le noci di karitè da cui estraggono i semi che vengono essiccati al sole e poi venduti attraverso le cooperative. Nella cosmesi, il burro di karitè è noto per le sue proprietà idratanti e lenitive. Quello utilizzato nei prodotti Garnier proviene da un approvvigionamento sostenibile in questo Paese dell’Africa sub sahariana che ha una delle più grandi foreste di alberi della giovinezza (da cui si raccolgo i frutti del karitè) al mondo, ma anche un terzo della popolazione che vive sotto la soglia di povertà.
Il programma di approvvigionamento di Garnier garantisce un reddito equo e diretto, senza intermediari, a queste raccoglitrici; crea valore localmente attraverso la formazione sulle pratiche di raccolta e di trattamento; proteggere l’ambiente attraverso la conservazione degli alberi di karitè con l’uso di forni che riducono la deforestazione dovuta al consumo di legna per la lavorazione delle noci.
La tripla A e gli obiettivi 2020
È solo uno dei tantissimi esempi dell’impegno in materia di etica e sostenibilità del gruppo L’Oréal (26,02miliardi di euro il fatturato 2017), che per il terzo anno consecutivo ha ricevuto una tripla A dal Cdp, l’organizzazione no profit che analizza i dati relativi all’impatto ambiental e d’impresa e dei suoi marchi tra cui Giorgio Armani, Biotherm, Lancòme, Vichy, Kérastase e La Roche Posay. Un impegno che ha preso forma nella missione “Sharing Beauty with All” annunciata nel 2013 con la quale il gruppo ambisce a migliorare le proprie pratiche lungo tutta la value chain, dalla ricerca alla produzione, condividendola propria crescita con le comunità in cui opera…
Fonte: Tratto da articolo del Sole 24 Ore del 02 Febbraio 2019 – di Marika Gervasio